I puntini sulle <i> nacquero per evitare incomprensioni di lettura, nei secoli dove la <I> veniva scritta senza puntini, per facilitare la lettura del documento, si iniziò ad aggiungere alle <I> un accento che poi con il tempo divenne un puntino. Da qui nasce il detto “mettere i puntini sulle <i>”, cioè precisare qualcosa (al limite della puntigliosità).
Se già nei secoli bui, dove la facevano da padrone vassalli e feudatari, in mezzo a peste bubbonica e Re guerrafondai, qualcuno ha trovato il modo di scrivere correttamente… non vedo perché non dobbiamo farlo anche noi.
Laddove un refuso è normale (umano direi) non lo è iniziare una frase con la <E> maiuscola accentata dove al posto di <È> scriviamo <E’>, così come per tutti i <qual è> scritti con l’apostrofo.
Potrei fare una filastrocca in rima, inserendo anche i <perché> con l’accento grave, invece di quello acuto, alla lista di obbrobri ortografici che leggo in giro.
Quindi, se proprio siamo troppo pigri per utilizzare i caratteri ASCII (Windows) o tenere premuto il tasto <U> sul Mac, possiamo sempre fare copia/incolla da Google, suvvia.
La vostra Grammar Nazi di fiducia.